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Si conferma centrale il ruolo delle Società di Recupero Crediti per la salute delle imprese italiane. Quali sono le informazioni utili nelle varie fasi del processo di recupero crediti?

L’estensione del credito in fase di lockdown ha permesso a diverse imprese di ovviare alla carenza di liquidità dovuta al crollo dei fatturati e, in alcuni casi, di evitare il fallimento. Ad ottobre 2020 la variazione su base annua del credito bancario alle aziende italiane è risultata pari a +7,4% (Fonte: Associazione Bancaria Italiana). Se da un lato è vero che l’aumento del credito ha aiutato le imprese ad evitare lo stato di insolvenza, inevitabilmente questo ha portato ad un maggiore indebitamento nei confronti degli istituti di credito, che potrebbe rivelarsi una spada di Damocle.

Nel caso in cui le attuali condizioni finanziarie non vengano protratte, lo stop alle moratorie previsto per giugno sbloccherà quasi 300 miliardi di euro di prestiti concessi a imprese e famiglie, di cui 198 miliardi riferiti a 1,3 milioni di aziende (Fonte: Federazione Autonoma Bancari Italiani). Dato l’urto della crisi sanitaria sull’economia, gli effetti sui debitori saranno importanti. La stima degli NPE, non-performing exposures, nel 2020 per il settore bancario italiano si attestava a 340 miliardi di euro e ci si aspetta un incremento a 389 nel 2021.

In questo contesto, la funzione delle Società di Recupero Crediti consiste nel gestire portafogli di crediti in sofferenza nelle fasi stragiudiziale e giudiziale per mezzo di svariate attività. Dal sollecito epistolare a quello telefonico (phone collection), fino all’esazione domiciliare ed eventualmente l’approfondimento verso la fase giudiziale. I committenti che affidano i crediti a queste imprese si dividono in Conto Terzi (C/III) Originator e C/III Cessionario. La prima tipologia riguarda imprese per le quali il credito è generato dalla propria attività caratteristica, la seconda comprende recuperi richiesti da un soggetto terzo che ha acquistato il credito dall’Originator.

Per entrambi i tipi di committente, nel 2019 i settori più rilevanti per quantità di pratiche affidate risultano quello delle Utility, il Finanziario ed il Bancario. Il totale di pratiche affidate risulta preponderante in C/III Originator (84%), così come quello di pratiche recuperate (96%). Approfondendo ulteriormente i crediti in C/III Originator, il valore degli importi affidati e recuperati risulta maggiore nel settore Bancario (Fonte: Unirec X Rapporto). I crediti bancari deteriorati restano quindi il principale bacino di domanda per i servizi delle imprese di Tutela del Credito. Data la prospettiva di un peggioramento della qualità del credito, questo potrebbe rivelarsi un fattore di aumento della richiesta di servizi di affidamento della gestione dei crediti deteriorati alle Società di Recupero Crediti.

Per svolgere le attività di recupero, le Società hanno bisogno di una conoscenza precisa ed aggiornata del debitore, in funzione dell’aggancio di quest’ultimo nelle diverse modalità. Informazioni non sempre adeguate sullo stock di crediti non performanti possono infatti creare inerzia e inficiare il buon andamento delle procedure. Dati aggiornati sui crediti che vanno a deteriorarsi generano informazioni affidabili valide a sostenere con efficacia i vari stadi del processo di recupero, dalla fase stragiudiziale a quella giudiziale.

Rintraccio dei principali punti di contatto con il debitore

In ottica di reperimento dei touch point con i soggetti debitori, servizi di riqualifica per dati massivi sono utili nelle prime fasi di recupero stragiudiziale. Consentono di analizzare in modo massivo un portafoglio di posizioni creditizie ed ottenere rapidamente i principali punti di contatto con il cliente. In base al livello di approfondimento, è possibile individuare le principali informazioni anagrafiche come l’indirizzo di residenza dei debitori ed i recapiti telefonici. Queste informazioni permettono di procedere alle diverse fasi del recupero crediti, dal sollecito telefonico, all’esazione domiciliare fino alla postalizzazione e notifica di atti giudiziari ed alla definizione degli step successivi del processo di recupero.

Clusterizzazione del portafoglio debitori in ottica di due diligence

Sempre in termini di analisi massive, un ulteriore passo è la clusterizzazione del portafoglio debitori. Questa consente di analizzare i portafogli di crediti, ottenendo le principali informazioni anagrafiche e patrimoniali su ogni singola posizione. Operatori specializzati nella gestione del credito, come Master Legal e Società di Recupero Crediti, sulla base di queste informazioni compiono una due diligence del portafoglio, definendo le fasi di recupero giudiziale a seconda del grado di aggredibilità del credito stesso.

Rintracci investigativi per determinare su chi procedere con il recupero giudiziale

In previsione di un recupero giudiziale, i rintracci investigativi forniscono innanzitutto la conferma dei dati di contatto in possesso del creditore. Seguono le indagini volte ad individuare lo stato economico di un debitore, sia esso persona fisica o giuridica. In particolare, le indagini per recupero crediti hanno l’obiettivo di determinare la convenienza di proseguire con un’azione giudiziaria. A seconda del livello di dettaglio investigato, si determina la capacità patrimoniale del debitore e la sua aggredibilità finanziaria. Questo permette di muoversi consapevolmente per un eventuale pignoramento di beni mobili, immobili o presso terzi.

La sinergia tra Società di Recupero e Società Investigative, grazie all’utilizzo di questi strumenti, permette di aumentare la qualità del processo di recupero e le performance. Questo offre un vantaggio importante sia per i Creditori che ovviamente per le Agenzie di Recupero Crediti stesse, in termini di marginalità e risultati.

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