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Il rating creditizio permette di valutare il merito di credito di un soggetto economico e dunque la sua probabilità di rimborsare un prestito entro i termini concordati contrattualmente.

Alla richiesta di un prestito o di un finanziamento, le banche decidono, infatti, se concedere o meno il credito e a quali condizioni economiche sulla base del merito creditizio che permette di valutare l’affidabilità del richiedente. In sostanza il rating creditizio va a valutare il rischio di insolvenza di una persona fisica o giuridica.

Il rating più alto (massima sicurezza finanziaria) è indicato con le lettere AAA, mentre la classe di merito più bassa (alto rischio di insolvenza) corrisponde alla lettera C.

Queste le classi previste:

  1. AAA: sicurezza elevata
  2. AA: sicurezza
  3. A: ampia solvibilità
  4. BBB: solvibilità
  5. BB: vulnerabilità
  6. B: elevata vulnerabilità
  7. CCC: rischio
  8. CC: rischio elevato
  9. C: rischio molto elevato 

Un basso rating potrebbe precludere l’accesso alle somme richieste oppure avere un impatto sul tasso applicato al credito concesso. Di contro maggiore è il rating e più alte sono le probabilità di accedere a finanziamento e beneficiare di tassi e condizioni favorevoli.

Verso un approccio forward looking al rating creditizio

Le informazioni che vanno a delineare il merito creditizio di un’impresa sono contenute in primo luogo presso la Centrale dei Rischi, un sistema informativo gestito dalla Banca d’Italia che permette di consultare i dati finanziari delle aziende.

Queste informazioni sono sostanzialmente di tre tipi:

  • quantitative, ottenute dai bilanci aziendali ed esaminando stato patrimoniale, conto economico, flussi finanziari;
  • qualitative, come le caratteristiche generali dell’impresa, il settore di appartenenza, il mercato di riferimento e il posizionamento;
  • comportamentali, ovvero abitudini di pagamento e livello di solvibilità.

L’entrata in vigore il 30 giugno 2021 delle linee guida EBA GL2020/06 in tema di Loan Origination and Monitoring (LOM) ha aggiunto un ulteriore livello di indagine, rendendo meno statica la valutazione a favore di un’analisi dinamica, basata su nuovi criteri come flussi di cassa, posizione finanziaria netta, modelli di business, piani strategici, proiezioni economico-finanziarie, adeguamento ESG e altre informazioni finanziarie e gestionali che permettono una valutazione prospettica della solvibilità del richiedente. 

L’obiettivo è quello di “valutare la capacità attuale e futura del cliente” promuovendo “un approccio proattivo al monitoraggio della qualità creditizia, individuando per tempo il credito in via di deterioramento”.

Un’analisi di questo tipo presuppone che le imprese adottino strumenti in grado di prevedere e monitorare in modo continuo il proprio equilibrio economico-finanziario, a tutto vantaggio di una pianificazione che potremmo definire “forward looking”.

Seguendo le linee guida dell’EBA, le Banche valuteranno il merito creditizio non più solo sulle garanzie reali che può fornire al momento della richiesta l’impresa, ma considerando i piani di sviluppo e le prospettive future.

In questo modo diventano cruciali per la concessione del credito il modello di business e la strategia aziendale oltre alla finalità del prestito. Il che vuole dire che saranno oggetto di indagine anche i flussi di cassa, i rapporti con l’intera filiera, come anche il rispetto dei criteri ESG, ormai imprescindibile per le aziende di qualunque settore e dimensione.

L’affidabilità delle informazioni che concorrono al rating creditizio

Schematizzando, per la valutazione del merito creditizio delle imprese, gli istituti di credito avranno la necessità di disporre diinformazioni come: 

  1. Finalità del prestito
  2. Reddito e flusso di cassa (attuale e prospettico)
  3. Posizione e impegni finanziari (attuale e prospettico)
  4. Modello di business
  5. Piani aziendali supportati da proiezioni finanziarie
  6. Garanzia reale (per i prestiti garantiti)
  7. Altri fattori di attenuazione del rischio (garanzie personali)
  8. Documentazione legale specifica (autorizzazioni, permessi e contratti)
  9. Livello d’indebitamento del cliente
  10. Rapporto con crediti già erogati in precedenza
  11. Esistenza di fonti di patrimonio alternative
  12. Solvibilità
  13. Abitudini comportamentali e gestione del denaro

In base alle linee guida EBA, nel caso ci fossero “preoccupazioni circa l’accuratezza e l’affidabilità delle informazioni e dei dati, gli enti e i creditori dovrebbero effettuare i controlli necessari e svolgere ragionevoli indagini presso il cliente e presso terzi e adottare misure ragionevoli per verificare le informazioni e i dati raccolti”.

Conclusioni

Il nuovo approccio alla valutazione del merito creditizio va a premiare le realtà dotate di visione strategica che hanno implementato sistemi efficaci di pianificazione economico-finanziaria e patrimoniale a breve, medio e lungo termine.

Un vero e proprio cambio di mentalità per le imprese ma anche per le banche, fino a poco tempo fa abituate a prendere in considerazione solo i bilanci storici e le garanzie reali fornite.

Risk management e monitoraggio diventano due aspetti fondamentali tanto per le aziende quanto per gli istituti di credito.

L’obiettivo? Aiutare le imprese più affidabili e tutelare le banche, alimentando un circuito virtuoso di finanziamenti in grado di generare valore.

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