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Dall’America con un arretrato di 20 milioni alla Russia con un debito di oltre un milione di euro per nove aziende

A distanza di un mese dalla chiusura di Expo, sono parecchi gli imprenditori, concentrati per lo più nel nord Italia, che devono ancora essere liquidati e che sono rimasti intrappolati nel sistema dei sub appalti. Peccato che oltre al lavoro che ha portato Expo alle imprese non abbia portato anche i compensi.

E’ il caso delle due potenze Usa e Russia che, a quanto pare, temporeggiano le date di pagamento dei fornitori.

I titolari delle imprese ovviamene a loro volta non riescono a pagare né tecnici né operai e l’arretrato si sta facendo consistente. A rompere gli indugi è stata un’azienda marchigiana: il titolare dell’impresa si è presentato al padiglione russo con l’ufficiale giudiziario e ha preteso il sequestro di alcuni beni. Ed ecco che, ai russi è arrivata l’istanza di pignoramento, proprio in fase di smantellamento del padiglione. La Russia a sua volta ha contestato il modo in cui erano stati effettuati gli impianti elettrici, anti incendio e ha sollevato critiche sulla struttura portante.

Una perizia depositata al tribunale di Milano certifica però la validità dei lavori che quindi vanno pagati.

E poi c’è il caso del padiglione Usa, dopo la chiusura di Expo sul piatto sono rimasti arretrati quasi 20milioni. La strategia a stelle e strisce ha privilegiato i pagamenti dei fornitori che hanno tenuto aperto il padiglione a discapito di quelli che hanno concluso i lavori per primi.

Amara anche la storia del padiglione del Nepal. Alla fine di aprile, quando il Paese fu colpito dal terremoto, molti operai nepalesi al lavoro a Expo furono costretti a tornare a casa rischiano di lasciare a metà l’opera.

Scattò una gara di solidarietà per aiutare le autorità nepalesi a completare il padiglione. Ma, accanto a tanti volontari, intervennero anche parecchi operai specializzati bresciani. Che aspettano ancora il proprio compenso.

Per quanto riguarda il caso di Palazzo Italia, dopo un lungo braccio di ferro, hanno fatto dietrofront le società che avevano vinto l'appalto per la gestione degli eventi del padiglione italiano e oggi sarà firmato l'accordo: pagheranno i salari arretrati di giugno a 90 dipendenti dopo che Expo Spa si era detta pronta ad accollarsi l'onere. Hostess e steward erano rimasti vittima di un intricato passaggio di responsabilità tra le diverse società che si sono alternate nella gestione degli spazi espositivi italiani.

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"In coda per l’Expo anche i compensi degli imprenditori"

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