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L’analisi sui dati 2020 definisce le principali caratteristiche anagrafiche e patrimoniali dei debitori, privati e imprese, con un focus sul cluster NPL.

Il DebtScreening è ormai giunto alla sua ottava edizione, sicuramente la più complessa e articolata considerando il 2020 appena passato. L’analisi è infatti svolta su un ampio campione di rintracci e ricerche anagrafico/patrimoniali relativo ai debitori su tutto il territorio nazionale nel 2020, svolte grazie alla collaborazione con i principali Istituti di credito, Utilities, Professionisti, Aziende e Studi Legali italiani.

Lo studio si amplia quest’anno dividendosi in tre sezioni. Le prime due sezioni riprendono il medesimo campione della precedente edizione, basato su indagini utili al recupero crediti svolte nel corso dell’anno e differenziate tra persona fisica e persona giuridica. La terza sezione rappresenta il proseguimento dell’edizione straordinaria di ottobre 2020 dedicata al cluster NPL nel I semestre dello scorso anno, analizzando un campione di portafogli NPL sull’intero anno. Le differenze tra i due cluster sono relative alla tipologia di debitore e di indagine, puntuale nel primo caso, di due diligence su portafogli misti e sicuramente con crediti di anzianità differenti nel secondo.

Il profilo del debitore nell’anno della pandemia

Dalla prima sezione emerge che il debitore persona fisica è, dal punto di vista demografico, un uomo nel 70% dei casi, tra i 35 ed i 54 anni (50%). Se si analizzano gli eventi negativi a loro carico (protesti, pregiudizievoli e procedure concorsuali) si evince come il 27% abbia fatto registrare almeno uno dei tre casi.

Dato interessane è il calo importante della percentuale di debitori occupati al Nord-Est (65% contro il 78% dell’ultima edizione) contro una media nazionale del 75%. Entrando nel merito dei soggetti con occupazione vediamo come ben il 47% di loro siano esponenti di impresa, con a seguire dipendenti (23%) e pensionati (20%). Al Sud si registra la percentuale maggiore di soggetti con reddito variabile (Esponenti, Professionisti e Doppia Professione) che si attesta al 67%.

Dal lato patrimoniale, la classifica dei beni più pignorabili vede il conto corrente al primo posto (80%), seguito dai veicoli (56%) e dagli immobili (42%). L’analisi per territorialità mostra una maggior presenza di immobili e veicoli intestati nelle Isole e nel Sud ed una presenza di C/C intestati inferiore al Nord-Est.

Maggiormente colpiti il commercio al dettaglio, l’alloggio e la ristorazione

Conferme sulla situazione difficile che le imprese hanno affrontato nel 2020 arrivano dai dati sulle persone giuridiche. . Dal punto di vista dei settori, le prime tre posizioni sono occupate da quelli direttamente colpiti dalle chiusure o ad essi correlati. Al primo posto il “Commercio al dettaglio” (18% dell’intero campione), a seguire “Alloggio e Ristorazione” (16%) e “Commercio all’ingrosso” (15%). Il 51% delle imprese è composto da S.R.L., il 23% da Ditte Individuali ed il 14% da Società di Persone.

Altro dato fondamentale è lo stato attività delle aziende analizzate, aggiornato al mese di giugno 2021, che vede solo il 57% delle aziende debitrici cameralmente attive. Altro dato interessante è l’operatività delle imprese che si attesta al 52% e impatta sulla possibilità di rintracciare beni aggredibili. Esplodendo il dato per tipologia di impresa, le Corporate (Società di Capitali) presentano un’operatività del 38%, inferiore rispetto alle No Corporate (composte da Società di Persone, Ditte individuali e Liberi Professionisti) che registrano invece un’operatività del 69%. La differenza sostanziale è dovuta alla corrispondenza tra attività e titolare persona fisica nel caso delle Imprese Individuali e dei Liberi Professionisti.

A livello descrittivo, un altro dato interessante è la presenza di partecipazioni in altre società, presente nel 18% del campione. Dal punto di vista degli eventi negativi, il principale è il protesto con il 22% di presenza, seguono le procedure concorsuali con il 16% e le pregiudizievoli con l’8%.

Il conto corrente passa dal 90% di presenza nelle imprese operative al 47% nelle non operative, i veicoli dal 63% al 36% e gli immobili dal 36% al 14%.

Cluster NPL: età media più elevata e una maggior presenza di donne

Il focus NPL si incentra, come anticipato, su portafogli composti da persone fisiche e mostra come i dati differiscano con un’età anagrafica più alta (56 anni di media) e un dato indicativo relativo alla percentuale di Deceduti presenti, che si attesta al 7%. Anche la percentuale di Donne differisce ed è più elevata, passando dal 30% al 35%.

Dal punto di vista dell’occupazione, la percentuale di disoccupati si attesta al 39% mentre i cluster aggredibili con pignoramento presso terzi, Dipendenti e Pensionati, si attestano rispettivamente al 32% e 15%. Infine, dal punto di vista immobiliare, il 48% delle posizioni ha almeno un immobile intestato per poter ipotizzare un’esecuzione immobiliare.

Per maggiori dettagli e approfondimenti scarica il DebtScreening Completo.

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"Il recupero crediti nel post-pandemia: il 43% delle imprese debitrici è fallita o a rischio chiusura, tra i privati calano gli occupati al Nord-Est"

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