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Roma, 01 ott – Se l’attuale Disegno di legge di riforma venisse approvato dal Parlamento, il settore del recupero crediti rischierebbe di trovarsi esposto ad un drammatico vuoto normativo, incapace di contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata. A lanciare l’allarme sono UNIREC – Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito – e ADICONSUM, interlocutori autorevoli per gli operatori, per le istituzioni e per il legislatore per ciò che riguarda le problematiche connesse a un settore cruciale della nostra economia, capace di occupare 15.000 addetti e di gestire 38 miliardi di euro all’anno di recupero crediti, l’80% dei quali riguardano utenze domestiche, mutui e prestiti non onorati.

Roma, 01 ott – Se l’attuale Disegno di legge di riforma venisse approvato dal Parlamento, il settore del recupero crediti rischierebbe di trovarsi esposto ad un drammatico vuoto normativo, incapace di contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata. A lanciare l’allarme sono UNIREC – Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito – e ADICONSUM, interlocutori autorevoli per gli operatori, per le istituzioni e per il legislatore per ciò che riguarda le problematiche connesse a un settore cruciale della nostra economia, capace di occupare 15.000 addetti e di gestire 38 miliardi di euro all’anno di recupero crediti, l’80% dei quali riguardano utenze domestiche, mutui e prestiti non onorati.

salvaguardia della professionalità dei propri addetti e della trasparenza nei confronti dei consumatori, le due organizzazioni hanno depositato una serie di emendamenti al testo con l’obiettivo di contrastare la volontà di togliere al settore le attuali regole di controllo, demandando la creazione di quelle future ad un istituendo organismo. In particolare, per UNIREC e ADICONSUM gli articoli da emendare sono quelli che prevedono la devoluzione della vigilanza al Ministero di Grazia e Giustizia, togliendola al Ministero dell’Interno, e quelli relativi all’abolizione della licenza e alla composizione dell’organismo di controllo. Secondo Gianni Amprino, Presidente UNIREC: “Sottrarre al Ministero dell’Interno il controllo di un settore strategico e delicato quale quello del recupero crediti significa vanificare i risultati eccezionali ottenuti negli ultimi anni in termini di efficienza e massima trasparenza delle modalità operative e di regolamentazione dell’attività delle agenzie e dei lavoratori. Risultati ottenuti grazie al dialogo costante e costruttivo tra le Associazioni e il Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza – al quale va il merito di avere avviato il percorso di valorizzazione della bilateralità per fini di ordine e pubblica sicurezza”. Nel 2011, con l’emanazione di una Circolare ministeriale frutto anche dell’attività di confronto con le parti sociali, gli Enti bilaterali rappresentativi delle associazioni degli imprenditori e dei consumatori hanno ottenuto un primo, importante riconoscimento pubblico, diventando un organo di ausilio alle Questure nelle procedure di controllo e, al contempo, strumento per attestare la professionalità e le competenze degli addetti e delle aziende di settore. La bilateralità – afferma Pietro Giordano, Segretario Generale ADICONSUM – è il nuovo modo con cui si può ottenere una vera tutela dei consumatori, in una logica di confronto e non di scontro tra consumatori-debitori e aziende-creditrici. Se il testo della riforma venisse approvato nell’attuale formulazione, il principio della bilateralità verrebbe sostituito dalla presenza costosa e burocratica di un organismo di controllo non meglio definito, dove le Associazioni delle imprese e dei Consumatori avrebbero una rilevanza ingiustamente minimale.

Fonte: http://www.agenparl.it/

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