Immobiliare: Milano la città più cara per comprare, Firenze per affittare. Andamento e tendenze delle aziende del settore
Dove conviene comprare casa e dove è meglio affittarla? La pubblicazione di una recente indagine del portale immobiliare Casa.it sulle città italiane dove gli appartamenti sono più cari e quelle dove sono più economici, ci permette di fare alcune considerazioni sull’andamento dei prezzi degli immobili in Italia e, grazie ad Abbrevia X, di analizzare le principali tendenze che interessano le aziende del settore.
Immobiliare: prezzi in crescita per affitti e compravendite
In base allo studio di Casa.it, a settembre 2024 la crescita annua media dei prezzi per l’affitto di un appartamento è stata del 9,1%, mentre quella per l’acquisto del 3,6%.
Milano è ancora una volta la città più costosa per la compravendita, con un prezzo medio di 509.054 euro, contro una media nazionale di 259.931 euro. Seguono Bolzano (472.641 euro), Firenze (375.081 euro), Monza (363.180 euro), Bergamo (344.696 euro), Verona (343.018 euro), Treviso (338.082 euro), Roma (334.281 euro), Trento (331.439 euro) e Venezia (325.039 euro).
Le case più convenienti si trovano, invece, a Carbonia, nella provincia del Sud Sardegna (82.697 euro), a Caltanisetta (89.207 euro), a Biella (91.079 euro), ad Alessandria (98.715 euro) e a Terni (103.672 euro).
Se si considerano gli affitti, i più alti sono a Firenze con 1.999 euro, mentre la media nazionale è di 1.363 euro. Sul podio anche Milano (1.899 euro) e Como (1.818 euro). Roma è “solo” quarta (1.574 euro), quinta Bologna (1.366 euro), sesta Venezia (1.267 euro), settima Napoli (1.190 euro), ottava Lucca (1.173 euro), nona Massa (1.159 euro) e decima Monza (1.143 euro).
Di contro, gli affitti più accessibili sono a Biella (452 euro), Asti (455 euro), Terni, (488 euro). Al quarto posto Alessandria con 494 euro, quinta Trapani con 531 euro. Completano la top 10 dei capoluoghi meno cari Foggia (535 euro), Frosinone (538 euro), Vercelli (541 euro), Agrigento (545 euro) e Viterbo (552 euro).
Il rialzo dei prezzi e dei tassi di questi anni ha allontanato molti italiani dal mercato immobiliare, che in effetti sta attraversando dal punto di vista delle transazioni un momento di stallo.
Immobiliare: fatturato e utile in aumento per le aziende del comparto
Se i prezzi sono in crescita, lo sono anche i KPI economici delle aziende del settore Attività Immobiliari?
Per rispondere a questa domanda ci siamo affidati all’elaborazione dei dati di Abbrevia X. Cosa è emerso? Partiamo con il dire che le aziende del comparto al primo ottobre 2024 risultano essere quasi 334 mila, e che, di queste, 156 sono entrate nel mercato nell’ultimo mese prima della rilevazione, mentre 274 sono le imprese uscite dal settore nello stesso periodo.
Venendo agli economics, nel 2023 fatturato, MOL e utile delle aziende di cui sono disponibili i dati di bilancio (95.372 realtà che rappresentano il 28,6% del totale) sono tutti in crescita:
- Fatturato totale poco sopra i 27.580.000.000 euro (+3,9%)
- MOL totale attorno ai 9.340.000.000 euro (+4,9%)
- Utile totale quasi 3659.000.000 euro (+5,5%)
Se il 60% delle imprese del comparto è in utile, dove è stato registrato il fatturato più alto? Ebbene, la classifica delle aziende con maggiore fatturato vede nelle prime posizioni:
- Risanamento Spa (595.593.000 euro)
- Autotorino Roma Spa (449.663.434 euro)
- Leonardo Global Solutions Spa (254.025.00 euro)
- Terre di Mezzo Srl (182.403.656 euro)
- Grandi Stazioni Rail Spa (180.832.000 euro)
E se in totale gli addetti del comparto sono 187 mila, quali sono le principali aziende per numero di addetti? Considerando questo elemento, le prime cinque sono:
- Chloe Società Cooperativa (2035)
- Trentino trasporti Spa (1296)
- Azienda lombarda edilizia residenziale Milano – ALER (848)
- Leonardo Global Solutions Spa (660)
- Terre di mezzo Srl (639)
Immobiliare: l’identikit delle aziende del settore
Dopo averne verificato la solidità economica, siamo andati a tratteggiare il profilo dell’azienda “tipo” del settore scoprendo che, se si considera la forma giuridica, il 60% delle realtà del comparto sono costituite come Società di capitali, il 21% sono Società di persone e l’11% Imprese individuali.
Mentre, se si prende in esame la distribuzione geografica, il 37% delle aziende del settore si trova nel Nord ovest, il 24% nel Nord est, il 24% al Centro, l’11% al Sud e il 4% nelle Isole.
Alla luce di queste percentuali, non sorprende sapere che le regioni in cui si registra una maggiore concentrazione di imprese di attività immobiliari sono:
- Lombardia (80.619)
- Lazio (36.451)
- Veneto (35.744)
- Piemonte (33.028)
- Emilia-Romagna (32.670)
- Toscana (28.114)
Solo il 5% delle realtà del comparto presenta delle negatività (in linea con la media nazionale) e riguardano nel 72% dei casi Pregiudizievoli, per il 25% Procedure e per il 3% Protesti.
Immobiliare: le previsioni per il futuro
Con il 2023 chiuso con 710 mila compravendite, in calo rispetto al 2021 (749 mila) e al 2022 (785 mila), in base alle stime del secondo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2024 di Nomisma, presentato a luglio 2024, le compravendite dovrebbero attestarsi attorno a 694 mila nel 2024, a 708 mila nel 2025 e a 710 mila nel 2026.
Le previsioni di Nomisma sui prezzi, inoltre, vedono i valori nominali in ulteriore crescita nel 2024 e nel 2025 del 2% e nel 2026 dell’1,9%.
Resta da vedere quale sarà l’impatto della riduzione dei tassi di interesse sulla richiesta di mutui e sulle compravendite. Stiamo, infatti, attraversando una congiuntura economica complicata, caratterizzata dalla riduzione del potere d’acquisto e da rincari generalizzati che rendono più prudenti gli italiani nei consumi e negli acquisti, anche quando si tratta della casa.