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Le possibilità normative per i Dirigenti Pubblici nella gestione dell’assenteismo attraverso l’attività delle agenzie investigative

 

Il Ruolo dei dirigenti nelle pubbliche amministrazioni diventa sempre più importante, soprattutto nel contesto odierno nel quale l’attenzione mediatica verso l’efficienza e la correttezza degli impiegati statali è sempre maggiore. Se da una parte l’intenzione del legislatore negli ultimi anni è stata quella di indirizzare la gestione delle P.A. verso le linee guida della cosiddetta New Public Management, orientandosi quindi verso una gestione delle risorse umane di tipo aziendalistica, per incentivi e con una valutazione sui risultati, dall’altra il sistema italiano stenta ad entrare nel meccanismo e l’elevata burocrazia permette di creare delle falle nel sistema.

Dal punto di vista della contrapposizione tra privato e pubblico esistono delle notevoli discrepanze. Si va infatti dal 6,5% di assenze (per malattia) sul totale di ore lavorabili delle imprese private al 9,3% del settore pubblico (Dati Inps 2013). Andando poi ad esplodere il dato relativo alle assenze nel successivo studio vediamo come nel settore privato la percentuale di assenze di un solo giorno, quelle più plausibilmente relative ad un assenteismo volontario, equivalgono all’12,1% nel settore privato mentre per la Pubblica Amministrazione questo dato arriva al 25,7%. Se sommiamo a questa percentuale quella relative alle assenze tra i 2 e i 3 giorni (36,5%) arriviamo ad un totale di 62,2% di “assenze brevi” (Dati Inps 2015). Infine un ultimo studio del 2018 ha mostrato i primi miglioramenti in termini di assenze con un calo tra il 2016 ed il 2017 del 10,6% dei giorni di malattia, e la fattibilità dei licenziamenti per giusta causa che sono aumentate rispetto al 2012 del 62,8% con 324 dipendenti licenziati, di cui più della metà per assenteismo.

La riforma della Pubblica Amministrazione ha visto tra i punti principali proprio la gestione dei dipendenti e del fenomeno dell’assenteismo. La stretta intrapresa dal legislatore è quella di rendere più semplice e rapida la gestione dei casi di illecito e allo stesso tempo inasprire le pene per i dipendenti che attuano comportamenti scorretti, creando una lista di quelle che sono le azioni a rischio licenziamento per giusta causa. Nel decreto correttivo vengono poi introdotte nuove sanzioni disciplinari nei confronti dei dipendenti pubblici assenteisti in malattia che si assentano dal posto di lavoro, in maniera ricorrente, in concomitanza di periodi di superlavoro degli uffici pubblici, dichiarazioni fiscali, scadenze tributarie, o in prossimità di fine settimana, ponti, feste o di grandi eventi. Tra le altre sanzioni aggravate rientrano poi quelle previste per il responsabile gerarchico del dipendente assenteista che non denuncia gli illeciti e le assenze seriali, compresa quella del risarcimento dei danni all’immagine della Pubblica Amministrazione. Il Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno continua poi la strada della lotta all’assenteismo con le proposte di utilizzo degli strumenti biometrici (impronte digitali) per debellare la problematica dei furbetti del cartellino.

La problematica principale, una volta definiti i comportamenti giuridicamente punibili, è la dimostrazione dell’effettivo illecito che deve avvenire attraverso degli elementi probatori certi ed in linea con gli orientamenti giuridici per aumentare le probabilità di risoluzione positiva per l’Amministrazione. E’ in questa fase che entrano in gioco le società dotate di licenza investigativa che, grazie ad un’attività sul campo, sono in grado di fornire un dossier e degli elementi inconfutabili, se l’illecito sussiste, del comportamento scorretto del Dipendente.

Da un punto di vista normativo la possibilità per la Pubblica Amministrazione di affidare un caso di questo tipo a società investigative private la sentenza apripista (n. 36954 del 22 gennaio 2016) arriva proprio dalla Corte dei Conti di Roma, II sez. centrale d’Appello.

Il caso vede protagonista il Comune di Arco (TN) che, grazie alla validità probatoria del dossier dell’Investigatore, con relativa testimonianza, ha potuto procedere al licenziamento di un dipendente assenteista. Il giudice conferma che l’affidamento ad una società privata non lede la mancata richiesta di azione delle Forze dell’Ordine, giustamente impegnate nella gestione di crimini di maggiore rilevanza per la cittadinanza. Ultimo tassello di rilievo è la decisione finale relativa alle competenze dell’investigatore privato che sono state imputate al dipendente infedele e non all’Ente. In tal senso negli ultimi anni l’orientamento giuridico è stato chiaro sulla liceità per l’amministrazione di richiedere l’utilizzo delle investigazioni e sul loro valore probatorio in sede giudiziaria.

 

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