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Una panoramica interessante e dettagliata sui crediti deteriorati italiani, sulla loro distribuzione geografica e per settore e sulle transazioni del primo trimestre dell’anno nel Market Watch di Banca Ifis.

 

 

Il nodo Npl è sempre al centro della questione finanziaria italiana e il sistema del credito nostrano possiede purtroppo il primato a livello europeo per ammontare di crediti deteriorati.
Se è vero che questo mercato porta con se rischi non indifferenti per gli istituti bancari e per il sistema del credito in generale è vero anche che può far emergere opportunità importanti per gli operatori del settore e di conseguenza per lo stesso sistema.

Lo studio svolto da Banca Ifis offre una panoramica generale sul settore degli Npl dalla quale emerge un dato impressionante e cioè quello relativo alla crescita dei cosiddetti Gross Bad Loans; dal 2010 a fine 2016 la crescita dello stock è infatti stata del 109% e anche la percentuale di questi detenuta dalle banche rispetto agli intermediari finanziari è salita di 21 punti percentuali (dal 54% al 75%).
A fine 2016 dal punto di vista monetario sono 266,9 miliardi i crediti classificati come Npl.
Anche la dimensione delle posizioni debitorie è interessante per capire la distribuzione per tipologia di soggetto di questi crediti; è sicuramente esplicativo il dato che vede i debiti di piccole imprese e famiglie (in questo caso considerate nella fascia sotto i 500,000 € di posizione debitoria) rappresentare il 95% del totale delle posizioni ma solo il 30% se si parla del totale in euro.
La classe con la percentuale più alta dell’intera torta Npl è infatti costituita dalle posizioni tra i 5 e i 25 milioni (23%) che ammontano a 5.399, rappresentando per contro solo lo 0,41% del totale delle posizioni.
Su questa classificazione possiamo notare anche come il trend negli ultimi anni ha portato ad un aumento della percentuale dei grandi debitori, accompagnata da una crescita sostenuta dei medi ed una diminuzione delle posizioni di più basso ammontare (tra € 250 e € 250,000).

Dal punto di vista della copertura di questi crediti un dato sicuramente di rilievo è quello dell’aumento della Coverage Percentage che dal 2014 al Dicembre 2016 è salita di circa  il 4%, con un picco nei primi mesi del 2017, grazie agli interventi  di Banca d’Italia, e arrivando al 62 % (54% nel 2014).
Se invece andiamo nella distribuzione per settori vediamo come il debito delle imprese sia aumentato dal 2009 al 2016 di ben il 403% con il settore dei servizi e delle costruzioni che fanno registrare il tasso di crescita più alto (480% e 601%).
Restringendo ancora di più l’analisi sui settori specifici vediamo come dal punto di vista dell’ammontare il comparto delle Costruzioni sia di gran lungo quello più consistente con ben 43 miliardi che rappresentano il 21,4% del totale degli NPL. A seguire troviamo il settore manifatturiero, quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio e quello immobiliare; in coda troviamo il settore “Informazione e Comunicazione” che comunque fa registrare una crescita del 166%  sul 2009.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica è il Nord-Ovest a far da padrone nella mappa degli Npl italiani rappresentando il 28,9 % del totale, seguito a ruota dal Nord-Est con il 23%; la classifica prosegue in ordine di posizione geografica con il centro al terzo posto seguito dal Sud ed infine le Isole.
Anche dal punto di vista della crescita dello stock di crediti deteriorati la classifica rimane invariata con un aumento del 374% rispetto al 2009 per il Nord-Ovest e del 267% per le Isole.

Infine vengono presentati i dati relativi alle transazioni nel primo trimestre 2017 che vedono gli accordi in diminuzione rispetto al primo trimestre 2016 (da 4,8 miliardi a 2,8 miliardi) ma comunque in aumento rispetto al 2015 che vedeva gli accordi fermi ad un miliardo; il dato del 2016 è però sostenuto da due importanti deal chiusi che sono consistiti in 3,7 miliardi.
Dal punto di vista degli operatori più attivi dal punto di vista delle acquisizioni vediamo come la classifica degli ultimi anni veda in testa proprio Banca Ifis che nel primo trimestre 2017 ha già messo in piedi 5 accordi per un totale di 2 miliardi di Npl. Seguono Hoist Finance con 600 mln, Morgan & Davis, Anacap e Creditech. Poche le ricorrenze tra i tre anni analizzati con un 2015 movimentato per grandi operatori come Fortress – Prelios, De Shaw & Co, Deutsche Bank e Cerberus ed un 2016 che invece ha visto ancora Anacap, la polacca Kruk, FBS e infine Hoist Finance tra i protagonisti.
Guardando invece il lato dell’offerto i Top Originators sono stati Unicredit, Monte dei Paschi e Banco Popolare anche se l’inizio di quest’anno ha visto in ordine BNL, Banco BPL e Deutsche Bank come principali offerenti di crediti deteriorati.

Per concludere questa analisi approfondita del mercato NPL si guarda al futuro e alle prospettive con alcune cessioni considerate “on plan” come quella tanto agognata del Monte dei Paschi di Siena che si aggira intorno ai 28 miliardi di euro.
Intanto continua la discussione sulla gestione degli Npl a livello europeo e sul ruolo delle istituzioni nella gestione del credito. Saranno certamente dei mesi interessanti per capire il futuro di questo segmento di mercato che come si è detto porta con se rischi ma anche opportunità e possibilità di investimenti esteri; l’attenzione dei fondi internazionali sul mercato italiano è sempre più alta e il sistema bancario deve puntare a gestire al migliore dei modi questa situazione.

 

 

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"Il mercato degli Npl italiano: dimensioni, distribuzione per settori e trend 2017"

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