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Sono diversi i casi di furto in azienda da parte di dipendenti ed ex-collaboratori che approfittano della loro posizione per rubare in casa dei propri datori di lavoro.

 

L’ultimo caso salito agli onori della cronaca è avvenuto nella zona di Bologna e vede coinvolti ben 5 operai che lavoravano con la mansione di facchini in un magazzino dell’Interporto e che hanno rubato più di 11 mila euro di merce dall’azienda che li aveva assunti. Altro caso sempre in Emilia dove addirittura è stato il Capo Reparto di un’azienda che produce utensileria e che gestiva lo stoccaggio della merce a formare una squadra di ricettatori per rivendere su Facebook la merce fatta sparire. Ultimo esempio degli ultimi mesi è quello del “Door Man” di un negozio in pieno centro a Milano, e di due dipendenti del punto vendita complici, che hanno sottratto diversi capi firmati e fatto sospettare i titolari del negozio di abbigliamento.

Filo conduttore di questi casi è la risoluzione tramite l’intervento delle forze dell’ordine che hanno portato oltre che al licenziamento anche a sanzioni e pene per i colpevoli. Ma quando esiste anche solo un sospetto che alcuni dipendenti possano mettere in atto dei comportamenti scorretti e che siano proprio  questi i colpevoli degli ammanchi in magazzino più che in punto vendita la logica vorrebbe che non si aspetti che il danno diventi insostenibile per far intervenire poi chi di dovere.

Sul controllo dei dipendenti durante la loro attività lavorativa vige però il regolamento dettato dagli articoli 4 e 38 dello Statuto dei diritti dei lavoratori sulla privacy e sull’impossibilità di monitorare l’attività lavorativa per valutarne l’efficienza. E’ importante chiarire invece, soprattutto per quanto riguarda i diritti del Datore di Lavoro, che non esiste violazione dei due articoli sopra citati quando il controllo viene effettuato per tutelare l’integrità del patrimonio aziendale. Orientamento confermato da un altro caso di una dipendente di un supermercato che era stata intercettata dalle telecamere posizionate da un’agenzia di Investigazione, su mandato dell’azienda, mentre rubava dei prodotti alimentari in diverse occasioni.

I video portati dagli Investigatori privati e presentati dal datore di lavoro sono valsi come prova oggettiva del fatto e hanno portato al licenziamento per giusta causa della dipendente; a niente è servito il ricorso della signora, rigettato dal tribunale. In generale infatti il controllo sui dipendenti tramite videocamere occulte è proibito, e possibile solo previo accordo con i Sindacati e l’Ispettorato del Lavoro, nei casi in cui questo serva per valutare il rendimento dei dipendenti nell’attività che per contratto di lavoro questi debbano svolgere. Altri parametri vengono utilizzati per la tutela del patrimonio aziendale e la prevenzione da atti criminosi.

Altra modalità per poter verificare i comportamenti scorretti da parte dei dipendenti all’interno del luogo di lavoro, se l’attività e la mansione del sospetto sono a contatto con il pubblico, è lo strumento del Mistery Client. Se è vero che questo ruolo viene sempre più utilizzato dalle grandi catene di franchising per valutare se i propri franchisee gestiscano i punti vendita di marca secondo le linee guida della casa madre, è anche vero che c’è un’altra attività parallela, svolta da società investigative con regolare licenza, per individuare delle attività illecite passibili di licenziamento per giusta causa. Un esempio pratico è il caso della cassiera di un locale che al momento del pagamento dei clienti in diversi casi non emetteva scontrino. Questa sua azione unita al non allineamento tra fatturato e consumo di merce ha confermato definitivamente i sospetti del gestore del locale che grazie alle prove video-fotografiche e alla testimonianza dell’Investigatore ha potuto procedere al licenziamento della dipendente.

Altro discorso vale invece per il controllo dei dipendenti che lavorano fuori dalla sede di lavoro e che possono essere in grado di commettere dei furti in itinere durante la loro attività. In questi casi entra in gioco l’attività classica delle agenzie investigative, specializzate in investigazioni aziendali, che è ormai sempre più un’arma importante per il Datore di lavoro. La presenza di dipendenti scorretti, che si tratti di furti o dei diversi illeciti legati al fenomeno dell’assenteismo, porta infatti a costi sia diretti che indiretti ed incide in maniera importante sulla produttività e l’ambiente di lavoro di ogni azienda.

 

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"Furti in azienda: i dipendenti infedeli e le investigazioni per reperire le prove"

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