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La legislazione italiana garantisce a chi contrae un debito la possibilità di non subire un pignoramento su alcuni beni, sia mobili che immobili, che tutelano la dignità della persona e le sue esigenze di vita.

La legislazione italiana garantisce a chi contrae un debito la possibilità di non subire un pignoramento su alcuni beni, sia mobili che immobili, che tutelano la dignità della persona e le sue esigenze di vita.

Gli ultimi dati Istat ci offrono uno spaccato degli italiani che descrive bene il momento di difficoltà che il paese soffre in questi ultimi anni.
Nel 2015 sono infatti 3,2 milioni le  persone che pagano un mutuo.
Su queste la percentuale di famiglie che risultano indietro con i pagamenti va dal 4,7 % del Nord-Est Italia al 6,9 % del Sud.
Le differenze si notano ovviamente anche quando si va a vedere l’età dei debitori con gli under 35 che per il 12% si trovano in difficoltà a risarcire il proprio mutuo contro l’1,5% degli over 65.
In questo contesto l’ammontare di crediti detenuti dalle banche o dal fisco, ma anche da piccole e medie imprese, ovviamente aumenta e la via del recupero crediti stragiudiziale diventa obbligata.
Se da una parte la legislazione tutela i creditori e permette loro di poter recuperare i propri crediti, sui quali hanno pienamente diritto, esistono delle tutele fondamentali anche per i debitori.

Per quanto riguarda i beni mobili non sono pignorabili gli oggetti sacri o che servono ad esercitare il proprio culto, l’anello nuziale, i vestiti e la biancheria, i letti, i tavoli e le sedie necessari per consumare i pasti, gli armadi, gli elettrodomestici come frigorifero, stufe e fornelli da cucina, lavatrice etc.
Praticamente tutto ciò che risulta essere indispensabile al debitore e alla sua famiglia per vivere.
Inoltre non sono pignorabili i beni commestibili e combustibili necessari per un mese al mantenimento del debitore e della sua famiglia o gli animali da compagnia purché non siano tenuti per fini produttivi, alimentari e commerciali.
Ci sono alcune condizioni particolari come per quanto riguarda i mobili di grande valore artistico e di antiquariato o gli oggetti detenuti per la coltivazione del fondo per i quali si può richiedere l’impignorabilità.

Dal punto di vista dei beni immobili  e solo per quanto riguarda il fisco, Equitalia ora e chi ne farà le veci in seguito, non potrà  pignorare  l’unica casa in possesso del debitore.
Infatti la tutela del legislatore sulla casa non è riferita sempre alla cosiddetta “prima casa” in quanto, se il debitore fosse in possesso di più abitazioni, queste risulterebbero ugualmente pignorabili.
La condizione perciò perché questa non sia pignorata è che sia l’unica a disposizione del soggetto e della sua famiglia.
Inoltre questa deve essere iscritta al catasto come civile abitazione nella quale il debitore abbia fissato anagraficamente la propria residenza e non deve appartenere né alla categoria degli immobili di lusso né a quelle di ville e castelli.
Per far si che il pignoramento sia effettuabile il debito deve inoltre essere superiore ai 120 mila euro.
Il fisco può però avvalersi dello strumento dell’ipoteca con limiti decisamente più bassi – 20 mila euro per l’immobile e 8 mila euro per altri beni mobili.

E’ sempre possibile invece il pignoramento dell’immobile da parte di un privato.
Ovviamente il pignoramento può avvenire solamente dopo una serie di fasi che vanno dall’avviso bonario, alla ricezione della cartella di pagamento, per poi passare all’intimazione di pagamento entro una data prestabilita; solo in seguito può arrivare l’iscrizione in ipoteca che diventa esproprio forzato dopo sei mesi.

Prima del pignoramento dell’abitazione il creditore aggredirà sicuramente i beni ritenuti più facilmente vendibili e trasformabili in liquidità come conti correnti e beni mobili.
E’ possibile poi il pignoramento di stipendio e/o pensioni ma con limiti ben definiti e una normativa precisa a seconda delle fasce di reddito.
Per approfondimenti sul tema puoi leggere “Nuove norme per il pignoramento dello stipendio e della pensione”.

 

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