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Uno studio statistico internazionale mette in luce l’attenzione delle grandi imprese verso la difesa del proprio know-how e delle informazioni commerciali strategiche

 

 

Quanto è importante proteggere le proprie informazioni aziendali riservate? Quali sono le potenziali perdite economiche di una fuga di notizie e dati strategici? Ci sono delle leggi a protezione dei propri segreti commerciali, oltre ai brevetti?

Sono questi i temi trattati nell’analisi “The board ultimatum: protect and preserve”, realizzata dallo Studio Legale internazionale Baker & McKenzie, che ha individuato diversi aspetti interessanti sia dal punto di vista della consapevolezza dei Manager dell’importanza dei propri segreti commerciali, sia da quello dei rischi reali che le aziende affrontano costantemente. I segreti aziendali strategici possono infatti svolgere un ruolo fondamentale nella crescita della propria Società, ma allo stesso tempo possono rappresentare un danno non indifferente e un’arma importante per le imprese concorrenti.

Per il 40% delle Società analizzate infatti i segreti aziendali rappresentano un asset fondamentale nel proprio brand value, con il settore finanziario che arriva quasi al 50%. D’altra parte il settore chimico/farmaceutico è quello che presenta una maggior percentuale di manager che ritiene la sicurezza dei segreti aziendali non solo importante ma una delle cinque principali preoccupazioni in ambito strategico.

Riguardo poi alla differenza di importanza strategica tra brevetti e marchi registrati e le informazioni commerciali più riservate ben il 48% del totale degli intervistati ritiene che queste ultime siano più importanti a livello strategico. Questa differenza è dovuta al fatto che in questo momento sono proprio questi segreti che soffrono di una mancanza di protezione ufficiale e tutto ciò che concerne la difesa dei dati è in capo alle aziende e ai loro Security Manager. Su questa via si dirigono rispettivamente i due nuovi regolamenti internazionali, da una parte il US Defend Trade Secrets Act per gli Stati Uniti e dall’altra l’ EU’s Trade Secrets Directive per l’Unione Europea, dei quali però solo il 13,5% dei manager ha compreso perfettamente le implicazioni.

Per capire poi, a grandi linee, quali siano i rischi reali per le aziende di subire un furto dei propri segreti strategici, vediamo come quasi il 20% delle Società si siano rese conto di aver subito un’appropriazione indebita delle proprie informazioni da parte di esterni, con il settore Chimico/Farmaceutico/Biotecnologico che arriva addirittura al 30%. Questo rischio poi è percepito differentemente, quando si parla di multinazionali, a seconda del mercato in cui si opera, con la Cina che per la metà dei Manager è considerato uno dei tre mercati più carenti di sicurezza delle informazioni strategiche; a seguire India (21%) e Stati Uniti (17%).

E se si parla di furti realmente avvenuti, oltre a quelli probabili di cui non si è a conoscenza, si deve per forza di cose parlare anche dei colpevoli di questi furti. Per il 32% delle Società sono gli ex-dipendenti i principali soggetti che hanno messo in atto un’appropriazione di informazioni e dati strettamente riservati dall’azienda, favorendo potenzialmente dei concorrenti; al secondo posto di questa speciale classifica troviamo fornitori, consulenti esterni o altre terze parti, mentre al terzo posto sono gli stessi dipendenti interni che, in maniera graduale e spesso impercettibile, minano la sicurezza delle informazioni commerciali riservate.

Come prevenire questi rischi e reagire ad eventuali sospetti di furti, sia dall’interno che dall’esterno? Il mondo delle società investigative, dotate di regolare licenza ex art 134 del TULPS, sempre più si rivolge a questa tipologia di necessità, sviluppando competenze trasversali in sicurezza aziendale, sia dal punto di vista del controllo delle persone, siano essi ex-dipendenti, attuali collaboratori o consulenti esterni, sia da quello della cybersecurity, altro campo di applicazione florido per i “ladri di informazioni”. Altro strumento investigativo a tutela delle informazioni commerciali segrete è sicuramente quello delle bonifiche ambientali di uffici e sale riunioni per individuare microspie e registratori installati, soprattutto da personale interno, per intercettare informazioni riservate.

Con la crescita del numero di dati gestiti da ogni azienda, che ormai raddoppia del suo intero ammontare di anno in anno, è chiaro che la sicurezza delle informazioni dovrà essere sempre più al centro delle scelte strategiche delle Società, a prescindere dal settore merceologico di appartenenza.

 

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"Segreti aziendali: quali sono i rischi legati alla concorrenza sleale e al furto di informazioni commerciali?"

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