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Fondi di investimento italiani e stranieri, grandi gruppi bancari, società di factoring e finanziarie, società di recupero crediti; diversi operatori per un mercato, quello delle sofferenze, che in Italia ammonta a quasi 200 miliardi.
Conoscere il settore e le sue prospettive diventa un fattore strategico di fondamentale importanza.

Fondi di investimento italiani e stranieri, grandi gruppi bancari, società di factoring e finanziarie, società di recupero crediti; diversi operatori per un mercato, quello delle sofferenze, che in Italia ammonta a quasi 200 miliardi.
Conoscere il settore e le sue prospettive diventa un fattore strategico di fondamentale importanza.

Il mercato finanziario è in continua evoluzione e un tema che sempre più sale alla ribalta è quello relativo ai cosiddetti NPL, acronimo di Non Performing Loans, attività che non sono in grado di ripagare capitale e interessi ai creditori, o in termini bancari, crediti deteriorati.

La classificazione degli NPL definisce quattro categorie legate ad una scala di rischio; al gradino più alto troviamo le sofferenze che la Banca d’Italia definisce come crediti dei quali non è certa la riscossione, causa stato d’insolvenza (anche non certificato) del debitore.
Su quello più basso troviamo invece gli incagli che rappresentano dei crediti erogati a soggetti che si trovano in situazioni di difficoltà obiettiva ma temporanea; questi quindi si ritengono recuperabili in un congruo orizzonte temporale.
Nel mezzo troviamo le esposizioni ristrutturate, cioè quelle che hanno subito una modifica delle condizioni contrattuali dovute a difficoltà del debitore; queste esposizioni si risolvono solitamente in uno riscadenziamento del credito.
Ultima categoria non ascrivibile alle prime tre è quella delle esposizioni scadute e/o sconfinanti le quali risultano non onorate entro 180 giorni.

In questo contesto gli NPL rappresentano sicuramente un rischio per le banche italiane, le quali detengono un ammontare di circa tre volte superiore alla media europea, ma d’altra parte possono rappresentare un’opportunità per i differenti soggetti che hanno i requisiti per poter acquistare e gestire questi prodotti.

Gli operatori che sono legittimati ad investimenti nel settore vanno dai grandi Fondi di investimento sia italiani che stranieri, come Kruk, gruppo polacco che ad Ottobre ha acquistato un nuovo portafoglio di crediti in sofferenza per 940 mln ai gruppi bancari come Banca Ifis.
Soprattutto all’estero sono tante le realtà che guardano al mercato italiano con particolare attenzione con società come Ares Management, Apollo Global Management, Fortress e Lone Star Group, per citare alcuni esempi, che lavorano da anni nel mercato dei crediti deteriorati.

Tra i vari operatori, grazie al decreto al Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze 2 aprile 2015, n. 53, rientrano a pieno diritto le società titolari della licenza per l’attività di recupero stragiudiziale di crediti ai sensi dell’articolo 115 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, le quali sono quindi autorizzate all’acquisto, a titolo definitivo, di crediti a fini di recupero nei seguenti casi:

1) i crediti sono acquistati a fini di recupero e sono ceduti da banche o altri intermediari finanziari sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia, i quali li hanno classificati in sofferenza, ovvero da soggetti diversi da quelli indicati precedentemente , purché si tratti di crediti vantati nei confronti di debitori che versano in stato di insolvenza, anche non accertato giudizialmente, o in situazioni sostanzialmente equiparabili, secondo quanto accertato dai competenti organi sociali;
2) i finanziamenti ricevuti da terzi dalla società acquirente non superano l’ammontare complessivo del patrimonio netto;
3) il recupero dei crediti acquistati avviene senza la stipula di nuovi contratti di finanziamento con i debitori ceduti, la novazione di quelli in essere, la modifica delle condizioni contrattuali; non rilevano a tali fini l’estinzione anticipata e la posticipazione dei termini di pagamento.

A prescindere dalla tipologia di società l’acquisto di crediti deteriorati porta con se una necessità intrinseca di poter valutare i pacchetti NPL, i rischi di ogni posizione e il loro valore complessivo.
E’ in questo ambito che si inseriscono i professionisti del settore con competenze in ambito investigativo e di recupero crediti e la disponibilità di informazioni commerciali investigate che svolgono operazioni complesse di due diligence.

Nella valutazione delle diverse posizioni entrano infatti in gioco diversi fattori che cambiano inoltre a seconda del soggetto che compie la valutazione stessa.
Uno dei punti cruciali del mercato NPL è di fatto la differenza tra il prezzo a cui le banche sono disposte a vendere una posizione rispetto a quello al quale gli operatori qualificati sono disposti a comprare.
Questa differenza, denominata spread bid/ask, si basa fondamentalmente sulla percentuale di carico sull’esposizione lorda che varia tra il 41% delle banche ed il 22% dei soggetti specializzati.
In questo scenario diventano quindi fondamentali professionisti con competenze tecnico-giuridiche e strumenti pensati ad hoc per analizzare in modo completo i diversi elementi legati alla recuperabilità di ogni credito e tenere conto della diversificazione di un portafoglio.

Uno dei primi prodotti dedicati proposti sul mercato italiano è VALUTA di Abbrevia, servizio che permette di effettuare previsioni ed accertamenti sulla recuperabilità di importanti crediti singoli ovvero inclusi in più ampi portafogli.
La valutazione si differenzia a seconda che i crediti siano riferiti a persone fisiche o giuridiche e contiene al suo interno diverse informazioni investigate che permettono di analizzare nel dettaglio ogni tipologia di posizione debitoria.

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"NPL – Cosa sono e come valutarli"

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