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Le statistiche relative ai crediti affidati con l’obiettivo del recupero nel 2016 per tipologia di settore, le performance di recupero ed il peso di ogni settore sul mercato italiano nel rapporto Unirec.

 

Nell’eterna sfida tra visione commerciale e visione contabile, tra le vendite e la gestione del capitale circolante, tra i ricavi e gli incassi, i numeri dei crediti affidati alle società di recupero in Italia giocano dalla parte del Credit Manager e della tutela del credito.
Sono infatti 35,6 milioni le pratiche di recupero affidate a Società di Recupero Crediti nel 2016 delle quali 12,1 mln sono state recuperate con successo.
Ovviamente all’interno di queste posizioni esistono tipologie completamente differenti per anzianità, dimensione e performance di recupero per cui è doveroso specificare per ogni settore quelli che sono i numeri in quanto è ovvio come le caratteristiche del settore bancario differiscono decisamente dai crediti di tipo commerciale legati alle aziende e ai propri insoluti.

Se andiamo poi a parlare di importi vediamo come sono ben 69,3 mld i crediti affidati nel 2016 con un incremento del 17,6% rispetto al 2015. Al contrario il valore in euro dei crediti recuperati si è ridotto passando da 9,4 mld nel 2015 agli 8,1 mld nel 2016; la discrepanza di questi numeri è data in buona parte dall’aumentare nei portafogli gestiti dei cosiddetti Non Performing Loans. Collegato al fenomeno degli Npl è anche l’aumento del Ticket medio per posizione che è passato da € 1547,00 a 1946,00 tra i due anni presi in considerazione.

Se si va poi a valutare le performance medie suddivise per territorialità vediamo come nel 2016 le regioni più performanti siano il Molise (47%), il Lazio (38%) e la Sardegna (37%) con un picco di minimo del 30% raggiunto da Campania ed Emilia Romagna se si parla di pratiche recuperate; se si parla di importi le percentuali scendono sensibilmente passando ad un range che va dal 15% della Lombardia al 9,2% della Basilicata. All’interno di questi numeri, come anticipato, troviamo diverse categorie di crediti con diversi pesi; i crediti del settore bancario-finanziario costituiscono per esempio il 45% del totale dei crediti affidati nel 2016 parlando di importi, mentre la categoria Npl ne rappresenta il 38%. Facendo la somma di queste due classi di crediti si arriva all’83% sul totale per cui si capisce come le altre categorie siano irrisorie rispetto al totale: si va dall’8,3% del settore Utilities al 3,3% del settore commerciale, relativo quindi alle aziende. Come si può facilmente immaginare anche le performance a seconda della tipologia di credito variano notevolmente andando da un picco minimo del 2,3% del totale degli importi recuperati per gli Npl, i cosiddetti crediti in sofferenza, al 47% del settore Leasing, seguito dal 31% del settore commerciale; nel mezzo troviamo il binomio Utilities e Telecomunicazioni che si attesta al 17% di importi recuperati, più o meno allo stesso livello del comparto bancario/finanziario (16%).

Andando sul focus del settore Utilities vediamo come viene fondamentalmente svolta un’analisi su due binari di clienti/tipo, quelli che posseggono un’utenza attiva e quelli che invece hanno cessato la loro posizione lasciando degli insoluti. Le performance di recupero per le due categorie è ovviamente discordante andando da un 52% di pratiche recuperate sulle utenze attive ad un 16% su quelle cessate. Parallelamente sugli importi c’è stato un recupero del 28% del totale sulle utenze attive e solo il 9% sulle cessate. In questa distinzione vediamo come cambi sensibilmente anche il ticket medio delle varie pratiche che passa da € 277,00 per le attive a € 830,00 per quelle cessate, dovuto all’accumulo di fatture non pagate e alla successiva chiusura del contratto.

Una distinzione simile a quella delle Utilities per tipologia di pratica viene fatta anche per il settore bancario-finanziario con una suddivisione in Pre-Debt (posizioni per cui è ancora concesso il pagamento a rate anche se in essere rate non pagate), Debt (posizioni che devono essere recuperate per l’intero importo), Post-Cessione (posizioni cedute e non gestite dagli originator).
Le performance per queste tre categorie va dal 37% per le posizioni Pre-Debt al 10% per le Debt e al 2,4% per quelle Post-Cessione.

Per chiudere il riassunto dei dati relativi al mercato del recupero crediti in Italia nel 2016 è interessante il dato relativo alla tipologia di debitore tra BtoB e BtoC e quindi relativi a persone giuridiche nel primo caso e a persone fisiche nel secondo. Con questa suddivisione possiamo vedere come addirittura l’83% degli importi affidati al recupero siano relativi alla classe BtoC contro il 17% di BtoB; se andiamo a vedere il numero di pratiche la percentuale dei BtoC arriva addirittura al 91% (Fonte Unirec).
Questa ultimo dato permette di chiarire come lo sviluppo di una gestione del credito efficace sia un connubio tra spinta commerciale e prudenza creditizia soprattutto nel caso di persone fisiche e quanto, in una fase di recupero, siano importanti e fondamentali le informazioni sul debitore e la loro accuratezza e precisione, con l’obiettivo generale di migliorare queste performance  a favore di tutto il sistema economico italiano.

 

 

 

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