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Diversi e trasversali gli argomenti trattati durante l’NPL DAY sul mondo dei crediti deteriorati e sulle strategie di valutazione e gestione degli NPLs.

 

Tra il decreto lampo che ha permesso il salvataggio delle Banche Venete e la prossima maxi cessione degli Npl di Monte dei Paschi, il cui prezzo di vendita fino ad alcuni giorni fa si aggirava intorno al 20,5 del valore nominale, 6,5% in meno della stessa offerta risalente però ad un anno fa, il settore degli Npl è sempre più in movimento. Ma a volte la risonanza mediatica è poi differente da ciò che viene percepito dagli operatori del settore.

L’evento, organizzato a Roma da Stop Secret Magazine, ha visto presenti diversi esperti del settore NPL in tutte le fasi di gestione dei crediti deteriorati per cui è stato possibile avere una visione di insieme sia dal punto di vista tecnico che da quello personale molto utile per capire dove questo mercato si stia dirigendo.
Si parte dalla fase di valutazione di un portafoglio di Non Performing Loans che Massimo De Felice Ciccoli di DG & Partners, uno dei maggiori esperti in ambito di Due Diligence , suddivide in diversi step, dalla definizione del perimetro con le varie posizioni che compongono il portafoglio in gestione all’offerta preliminare, che dipende chiaramente dalla fase di due diligence, fino all’individuazione del campione per poi svolgere l’analisi tecnico/legale; ultima fase è la redazione di un business plan con due scenari di previsione di recupero e la definizione del prezzo e dell’offerta irrevocabile.
Dal punto di vista del legislatore le azioni che si dirigono verso una semplificazione, almeno potenziale, del settore vanno dall’implementazione del Processo civile telematico a sostegno delle procedure esecutive al GACS sulle cartolarizzazioni fino alla riforma delle procedure concorsuali ed esecutive. Al fianco di queste c’è ovviamente il Fondo Atlante che ora si trova nella sua 2°versione e la Società per la gestione delle Attività (SGA S.p.a.), società del M.E.F. che acquisirà i crediti deteriorati dalle Banche Venete.

Andando poi sui cosiddetti crediti secured è interessante l’intervento di Stefano Scopigli di Yard Credit & Asset Management che definisce quelli che sono i costi di una due diligence e come essi siano suddivisi. Nel best case la suddivisione di questi costi è del 40% di tipo legale, l’altro 40% di tipo immobiliare e il 20% restante di tipo finanziario; nel worst case, in caso di scarsa qualità del dato e con la presenza di asset immobiliari come cantieri o compendi immobiliari la parte relativa alla valutazione immobiliare lievita fino ad arrivare ad un 60% del valore totale contro il 20% delle altre due parti. Viene presentata poi una stima statistica dei due casi e ipotizzato il costo di una due diligence: nel best case quando si tratta di una persona fisica, con un’unica garanzia semplice ed in modalità desktop, per cui senza valutazione sul campo, il costo per ogni singola posizione si aggira intorno ai € 500,00 contro i € 1.900,00 di una posizione legata a persona giuridica con un cantiere ed in modalità drive-by.

Dopo la valutazione avviene la cessione  vera e propria ed è qui che si valutano dal punto di vista legale le varie opzioni. In questo ambito è prezioso l’intervento dell’Avv. Emanuela Campari Bernacchi dello Studio Legale Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners, che presenta una panoramica sulle possibili modalità di cessione che il legislatore mette a disposizione e cioè quella ex Art. 58 del TUB, quelle ex Legge 130 ed infine quella ex Art. 1260 e ss. del Codice Civile. Sotto la prima categoria rientrano le cessioni in blocco di uno o più portafogli di NPLs per i quali non c’è necessità di ulteriori annotazioni e formalità in caso di trasferimento delle garanzie al cessionario; nel secondo caso entra in gioco una SPV (special purpose veichle) la quale emetterà degli asset-backed securities che verranno sottoscritti dall’investitore dopo la fase di montaggio della cartolarizzazione; nell’ultimo caso diventa più complessa la fase di cessione dal punto di vista del regime di opponibilità in quanto al debitore ceduto deve essere notificata la cessione stessa. Quest’ultima possibilità viene utilizzata qualora il cedente voglia notificare per questioni reputazionali la cessione ad ogni singolo debitore presente nel portafoglio o per portafogli costituiti da crediti chirografari.

Come sappiamo i crediti deteriorati provengono da diverse fonti e i cedenti non sono solo gli istituti bancari ma anche altre realtà importanti; due esempi presenti all’ NPL DAY che hanno permesso di avere una panoramica sulle differenze nella gestione e nella modalità di valutazione dei portafogli sono quelli da una parte delle società finanziarie di credito al consumo come  Agos Ducato e dall’altra il settore delle Utilities. Lo scambio tra Laura Pedretti, Credit Manager di Agos Ducato e Luigi Bauco, fondatore di Idea  4 Business ed ex Credit Manager di Telecom per oltre 20 anni, ha infatti presentato due visioni abbastanza diverse dell’approccio al proprio credito.
Da una parte Agos, ponendo molta attenzione al processo e all’aging dei crediti, effettua uno screening interno ed una lavorazione tramite phone collection, seguita da tentativi di recupero del cliente e creazioni di piani di rientro, riducendo al minimo le azioni legali e proponendo saldi e stralci non elevati. Dall’altra le utilities, soprattutto nel mass market, puntano alla fase stragiudiziale essendo il ticket medio di € 300 e tenendo conto che la percentuale di morosi all’interno del bacino clienti si aggira mediamente tra il 12% ed il 20% del totale e che il numero di clienti a seconda della società del settore Utilities può essere di diversi milioni di utenti.

Nel momento i cui il portafoglio crediti viene acquistato si procede al tentativo di recupero del credito ed in questa fase i due soggetti protagonisti sono ovviamente le Società di recupero crediti e le società di InfoProviding, specializzate nelle indagini patrimoniali.
Interessante e concreto è l’intervento di Abbrevia, Gold Sponsor dell’evento, con il suo Operation Manager Luca Lentini, esperto nel settore delle informazioni commerciali e delle indagini patrimoniali investigate, e Sorec, società tra le prime in Italia ad occuparsi di recupero crediti non performing, con Stefano Platini, che presentano un Case History di successo.

La gestione condivisa durante tutto il processo di recupero parte dalla selezione delle posizioni e da una prima scrematura e clusterizzazione dei crediti a seconda delle informazioni reperite su questi per proseguire con un continuo aggiornamento e l’implementazione di una strategia di lavorazione tra Phone, Legale e D2D.
La prima fase consiste nell’individuare la reperibilità dei vari soggetti, l’esistenza di debitori deceduti, l’eventuale presenza di protesti e pregiudizievoli, le utenze telefoniche fisse e mobili fino ad arrivare ad un’analisi di tipo patrimoniale che permette di individuare la presenza di beni immobili e mobili e la posizione lavorativa dei vari soggetti per poi andare a svolgere l’azione di recupero, sia in fase stragiudiziale prima che giudiziale poi sulle posizioni più importanti dal punto di vista delle dimensioni. Il continuo refresh delle informazioni ed il lavoro di fino tra InfoProvider e Società di recupero ha permesso di ottenere dei risultati molto performanti, anch’essi continuamente monitorati in ottica di miglioramento continuo.

L’evento dedicato agli Npl, dopo la presentazione di un approfondito e illuminante studio sulla durata della fase legale di recupero in Italia elaborato da PWC – Tax & Legal Services e presentato dall’Avv. Gaetano Arnò,  si chiude con una Tavola Rotonda composta dai principali investitori sul mercato italiano degli NPLs con Daniele Weisz di Balbec Capital LP, Gianandrea Cherubini di Davis & Morgan Merchant Bank S.p.A.,  Francesco Guarneri di Guber S.p.A.,  Francesco Barelli Terrizzi di MBCredit Solution S.p.A., Carlo Guido Della Peruta del Gruppo Kruk S.A. e Emanuele Reale di Hoist Finance.
Le conclusioni arrivate da questa ricca condivisione di opinioni e considerazioni sono a volte condivise come per quanto riguarda la grandezza effettiva del mercato dei crediti deteriorati che secondo il parere di tutti è inferiore rispetto ai numeri che vengono presentati dai media, vuoi per le operazioni statali da una parte, vuoi per la gestione interna di alcuni istituti o per la bassa percentuale di cessioni di qualche istituto dall’altra.
La fase di stallo del mercato è dovuta a diversi fattori tra i quali il principale, come sappiamo e viene confermato, è il problema del gap domanda/offerta; altro tema è la maggiore conoscenza delle difficoltà del contesto legale italiano che influisce sulla valutazione dell’investimento da parte di un fondo estero; inoltre per questi fondi, che sono i maggiori investitori in questo settore, è difficile trovare i giusti partner italiani durante tutto il processo di acquisizione e gestione sia dal punto di vista dei Servicer che da quello legale, soprattutto per acquisti di grandi dimensioni.

Vedremo quindi quali saranno gli sviluppi in questa seconda metà del 2017 con gli ultimissimi affari NPL e con i nuovi interventi statali per poi darci appuntamento al prossimo NPL DAY speranzosi in un circolo virtuoso che coinvolga tutti gli operatori del settore.

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